La Spiaggia del Gombo è uno dei tratti più affascinanti e nascosti della costa toscana. Situata all’interno del Parco Regionale Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli, questa lingua di sabbia custodisce un ecosistema unico fatto di dune mobili, tronchi naturali lasciati dal mare e pinete che profumano di resina. Sullo sfondo, nelle giornate terse, svettano le Alpi Apuane, creando un paesaggio suggestivo e inconfondibile. L’accesso è regolamentato e contingentato per proteggere il delicato equilibrio ambientale: non si tratta di una spiaggia “libera” ma di un luogo da vivere con rispetto e consapevolezza. Qui nidifica il rarissimo fratino (Kentish plover), simbolo della fragilità e della ricchezza naturalistica di questo tratto di costa. Visitare il Gombo significa abbracciare un’esperienza autentica, lontana dalla folla, dove ogni passo è guidato dal silenzio della natura e dal senso di responsabilità verso un patrimonio che appartiene a tutti.
Visitare la Spiaggia del Gombo non è semplice come raggiungere una località balneare qualsiasi: l’area rientra in zona a tutela speciale e l’accesso è possibile solo attraverso modalità controllate. Dal 2021 il Parco ha introdotto il progetto “Buca del Mare”, che prevede posti limitati al giorno, prenotazione obbligatoria e trasporto collettivo dal Centro Visite di Cascine Vecchie. La fruizione avviene quindi con numeri contingentati, così da ridurre al minimo l’impatto antropico.
Generalmente la stagione balneare va da fine giugno a metà settembre, ma è fondamentale consultare il sito ufficiale del Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli per verificare aggiornamenti su calendario, modalità di prenotazione e tariffe. La proposta include un pacchetto giornaliero con ombrellone e sdraio, pensato per garantire un’esperienza di relax nel rispetto della natura. I visitatori vengono accompagnati tramite navetta fino alla spiaggia, evitando l’uso dell’auto privata in area protetta.
Una volta arrivati, si scopre un ambiente intatto: niente bar, chioschi o musica ad alto volume, solo il rumore del mare e il profilo delle dune. Questo sistema, apparentemente rigido, è in realtà il segreto che consente al Gombo di rimanere un luogo raro, ancora lontano dal turismo di massa e in perfetto equilibrio con il paesaggio circostante.
Il Gombo non è una spiaggia come le altre: è un laboratorio vivente di biodiversità. Il Parco ha stabilito norme precise che ogni visitatore deve rispettare per garantire la sopravvivenza degli habitat. In primo luogo è vietato introdurre cani e animali domestici: la presenza di specie protette come il fratino rende necessaria questa restrizione. Occorre inoltre restare sempre nei percorsi tracciati, evitando di calpestare le dune o rimuovere tronchi e vegetazione: ciò che a prima vista sembra materiale di scarto è in realtà una barriera naturale contro l’erosione marina. È proibito accendere fuochi e bracieri, così come lasciare rifiuti in spiaggia: i visitatori devono portare con sé sacchetti e contenitori per riportare a casa ogni scarto. Anche la balneazione è soggetta a regole: nella zona della “Buca del Mare” non è consentito nuotare in assenza di personale autorizzato, perché l’area è concepita come spazio di contemplazione e relax più che di svago tradizionale. Queste limitazioni non vanno vissute come vincoli, ma come parte integrante dell’esperienza: osservare il volo dei gabbiani, il fruscio del vento sulle dune e i piccoli segni della vita naturale diventa così il vero privilegio di una giornata al Gombo. Il rispetto delle regole non è burocrazia, ma la condizione necessaria per mantenere intatta la bellezza di questo luogo anche per le generazioni future.
Una giornata al Gombo può essere arricchita da altre esperienze nel Parco di San Rossore. Poco distante si trova la Villa del Gombo, capolavoro modernista degli anni ’50, oggi visitabile con itinerari guidati che ne raccontano la storia e l’architettura. Sempre nel territorio del Parco è possibile scoprire altre spiagge, più accessibili ma altrettanto affascinanti: la Lecciona a Viareggio, libera e selvaggia; Marina di Vecchiano, ampia e scenografica; le dune di Tirrenia e Calambrone, dove aree naturali si alternano a stabilimenti balneari. Tutte queste alternative permettono di vivere il mare in armonia con il paesaggio dunale, ciascuna con regole specifiche.
Dal punto di vista logistico, l’accesso al Gombo parte dal Centro Visite della Tenuta di San Rossore, raggiungibile facilmente in auto o in bici dalla città di Pisa. Da qui partono le navette che accompagnano i visitatori fino alla spiaggia. È importante prenotare con anticipo: i posti disponibili sono pochi e vanno esauriti rapidamente. Il periodo migliore per programmare una visita è giugno o settembre, mesi in cui il clima è più mite e le giornate lunghe permettono di apprezzare appieno la natura. L’estate centrale, luglio e agosto, resta comunque suggestiva ma richiede maggiore attenzione all’organizzazione. Qualunque sia il momento scelto, il consiglio è uno solo: vivere la giornata con lentezza, lasciandosi guidare dal ritmo naturale del luogo.