Nel cuore della Toscana, la città di Prato custodisce una ricetta che unisce memoria contadina e passione gastronomica: i sedani alla pratese, o “sedani ripieni”, un piatto simbolo che racconta il legame fra territorio, cucina e ritualità. La specialità nasce dagli orti irrigati dal fiume Bisenzio, dove il sedano cresceva tenero e profumato, ingrediente ideale per le grandi occasioni. Ancora oggi è protagonista dell’8 settembre, giorno della Madonna della Fiera, una festa che trasforma la città in un tripudio di colori, sapori e tradizione. Visitare Prato significa quindi scoprire una cucina che parla di genuinità e convivialità, gustando un piatto che racchiude secoli di saperi artigianali. Un’esperienza che emoziona chi ama il turismo del gusto e desidera conoscere l’anima autentica della Toscana.
I sedani ripieni alla pratese affondano le radici nella storia agricola di Prato, città da sempre segnata dall’acqua. Le gore del Bisenzio, canali di derivazione che irrigavano gli orti cittadini, hanno favorito la coltivazione di un sedano dolce e bianco, perfetto per una ricetta tanto raffinata quanto casalinga. Secondo la tradizione, la pietanza nasce nel Medioevo, quando le famiglie pratesi iniziarono a farcire le coste di sedano con carne di vitello, mortadella e formaggio, trasformando ingredienti semplici in un piatto “da festa”.
Con il tempo, i sedani alla pratese divennero protagonisti dell’8 settembre, giorno dedicato alla Madonna della Fiera, in cui la città celebra anche il Corteggio Storico e l’ostensione della Sacra Cintola nel Duomo di Prato. In questa occasione, le tavole si riempiono di profumi di ragù e di piatti tramandati di generazione in generazione.
Oggi questa tradizione gastronomica è riconosciuta come bene identitario cittadino e promossa dal progetto “Prato, città del gusto”, curato dal Comune. La ricetta rappresenta perfettamente la filosofia della cucina toscana: ingredienti poveri, tecnica sapiente e rispetto per le stagioni. Chi visita Prato in autunno o inverno trova ancora oggi trattorie che servono i sedani nel modo classico, con il profumo intenso del ragù che racconta la storia di una città laboriosa e accogliente.
La ricetta originale dei sedani alla pratese è tramandata da secoli e ancora oggi segue passaggi codificati che ne definiscono la personalità unica. Per prepararla occorrono sedani a coste grandi, carne macinata di vitello, mortadella, Parmigiano Reggiano, uova e aromi freschi.
Il risultato è un equilibrio straordinario tra croccantezza e morbidezza, tra sapidità e dolcezza vegetale.
Le varianti più note includono l’uso di ragù d’anatra o di papero, oppure un passaggio finale nel sugo di pomodoro semplice per una versione più leggera. Alcune famiglie recuperano i ritagli di sedano per creare piccole polpette di recupero, esempio perfetto dello spirito anti-spreco toscano.
Questa ricetta riflette la filosofia della cucina pratese: pazienza, rispetto della materia prima e convivialità.
Un piatto autentico, che trasforma ingredienti semplici in un capolavoro del gusto.
Chi desidera provare i sedani alla pratese nel loro contesto naturale deve raggiungere Prato, città dal cuore gastronomico vivace. Le trattorie del centro storico – in particolare lungo Via Pugliesi, Piazza del Comune e nel quartiere San Fabiano – servono la versione classica del piatto, spesso accompagnata da un calice di Carmignano DOCG, vino rosso dal carattere elegante e armonioso.
Durante la Festa dell’8 settembre, i ristoranti cittadini propongono menù speciali dedicati alla Madonna della Fiera, occasione ideale per unire cultura, arte e sapori tradizionali. Anche nei mesi più freddi, i sedani alla pratese restano una presenza costante nei menù, amati tanto dai residenti quanto dai viaggiatori.
Chi vuole completare l’esperienza può inserire Prato in un itinerario enogastronomico più ampio che tocchi le colline del Carmignano, il borgo di Artimino e le campagne del Montalbano, dove nascono i vini e gli oli che esaltano questa cucina.
In ogni stagione, i sedani ripieni raccontano la vocazione conviviale della città, una storia fatta di mani esperte, di sapori sinceri e di quel legame profondo fra cibo e identità locale che rende la Toscana una terra da assaporare con lentezza.