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Pici all’aglione, tradizione toscana

Pici e aglione: il piatto che racconta l’anima della Toscana

Tra le colline sinuose della Val d’Orcia e della Val di Chiana nasce uno dei piatti più autentici della cucina toscana: i pici all’aglione. Questa pasta fresca tirata a mano, ruvida e irregolare, incontra la delicatezza dell’Aglione della Val di Chiana, un bulbo antico dal profumo gentile e dalla tradizione contadina millenaria. I pici all’aglione non sono solo un piatto, ma un vero viaggio culturale ed enogastronomico: raccontano storie di agricoltori, di sagre paesane e di cucine familiari tramandate di generazione in generazione. In un itinerario che unisce borghi di pietra come Pienza e Montepulciano a trattorie e agriturismi immersi nel verde, gustare i pici all’aglione significa vivere la Toscana più autentica. È un’esperienza che mette insieme paesaggio, storia e convivialità: un piatto semplice che si trasforma in simbolo di identità rurale.

L’aglione della Val di Chiana: caratteristiche, stagionalità e tradizione

L’Aglione della Val di Chiana, riconosciuto dal 2019 come prodotto agroalimentare tradizionale della Toscana, è molto più di un ingrediente: è un simbolo culturale. Diverso dall’aglio comune, si distingue per dimensioni imponenti, spicchi grandi e un profumo dolce che non lascia in bocca note pungenti. Proprio questa delicatezza lo rende perfetto per condimenti armoniosi e avvolgenti. Coltivato nelle campagne tra le province di Arezzo e Siena, segue un ciclo che parte dalla semina autunnale e si conclude con la raccolta estiva. Nei mercati contadini e nelle botteghe tipiche è possibile trovare bulbi freschi da maggio a luglio, ideali per la salsa dei pici, mentre nella stagione fredda l’aglione si conserva bene in ambienti asciutti e ventilati.
La sua unicità è legata al rapporto con il territorio: cooperative e associazioni locali lo tutelano, organizzando anche eventi divulgativi e degustazioni dedicate. Un viaggio nella Val di Chiana non può prescindere da una tappa in un agriturismo o in una fattoria didattica, dove l’aglione è protagonista di visite guidate, cooking class e piatti stagionali. Questo legame stretto tra prodotto, comunità e paesaggio è ciò che rende l’aglione non solo un ingrediente, ma un vero patrimonio culturale. Approfondire la sua storia significa entrare in contatto con le radici di una Toscana rurale che vive ancora oggi nelle tavole quotidiane e nelle feste popolari.

Pici all’aglione: la ricetta tradizionale e le varianti più amate

La preparazione dei pici all’aglione è un rito che affonda nella tradizione contadina. I pici, lunghi cordoncini di pasta fresca senza uova, vengono realizzati con farina, acqua e un filo d’olio. La loro consistenza ruvida li rende perfetti per trattenere la salsa all’aglione, cucinata lentamente con olio extravergine toscano e pomodori maturi. La ricetta tradizionale prevede la cottura dolce dell’aglione in padella, affinché rilasci tutta la sua dolcezza senza bruciare, creando una crema vellutata che avvolge la pasta.
Accanto alla versione classica con pomodoro, esistono varianti che arricchiscono la tavola: pici all’aglione “in bianco”, solo con olio e brodo vegetale; versioni estive con pomodorini freschi e basilico; oppure arricchite da pane tostato e spezie aromatiche. I pici all’aglione vengono spesso serviti durante le sagre paesane, dove l’atmosfera conviviale si unisce al piacere del cibo tradizionale. Per chi ama sperimentare, anche chef contemporanei hanno rivisitato la ricetta con abbinamenti creativi, mantenendo però l’aglione come ingrediente centrale. A tavola non possono mancare i vini toscani: un Orcia DOC giovane esalta i sapori freschi della salsa, mentre il Vino Nobile di Montepulciano DOCG accompagna con eleganza la ricetta più corposa. Questa versatilità rende i pici all’aglione un piatto sempre attuale, capace di coniugare tradizione e creatività gastronomica.

Itinerario tra Val d’Orcia e Val di Chiana: gustare i pici nel loro contesto

Scoprire i pici all’aglione significa anche viaggiare nei luoghi che li hanno visti nascere. La Val d’Orcia, patrimonio UNESCO, offre scenari iconici tra Pienza, San Quirico e Bagno Vignoni, ideali per un weekend che unisce paesaggio e gastronomia. Qui, le trattorie propongono menù stagionali in cui i pici all’aglione occupano sempre un posto d’onore. Spostandosi verso la Val di Chiana, Cortona e Montepulciano offrono un mix perfetto di cultura, enologia e tradizione culinaria. Visitare le cantine storiche di Montepulciano e abbinare un calice di Nobile a un piatto di pici è un’esperienza che unisce due eccellenze del territorio. Nei mercati contadini della zona si possono acquistare direttamente prodotti locali come aglione, olio extravergine e pecorino.
Per un itinerario completo è consigliabile includere una cooking class in agriturismo: imparare a “piciare” la pasta con le mani, seguendo i gesti delle cuoche locali, è un ricordo unico. Molte strutture offrono anche visite ai campi, dove l’aglione viene coltivato con metodi tradizionali. L’estate, inoltre, è la stagione delle sagre dedicate ai pici, momenti di festa che uniscono musica, convivialità e sapori genuini. Pianificando il viaggio tra Val d’Orcia e Val di Chiana con una prospettiva enogastronomica, si scopre una Toscana che non è solo cartolina, ma anche comunità viva, fatta di agricoltori, ristoratori e famiglie che tramandano con orgoglio la propria identità culinaria. Un itinerario che unisce paesaggio, storia e gusto, rendendo i pici all’aglione una tappa imprescindibile.

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