Nel verde incanto della Garfagnana, tra i boschi del Parco delle Alpi Apuane e i borghi in pietra della Valle del Serchio, prende vita ogni anno il Maggio drammatico, una delle più autentiche espressioni di teatro popolare toscano. Qui, nei prati e nei piccoli palchi di montagna, le comunità si ritrovano per “cantare la storia”: eroi, dame, pellegrini e cavalieri tornano a vivere grazie alla voce dei maggianti, attori e cantori che recitano in ottava rima, accompagnati da violino, fisarmonica e chitarra.
Partecipare a uno spettacolo del Canto del Maggio Festival significa immergersi in una tradizione viva, dove il confine tra scena e pubblico scompare, e la poesia diventa esperienza collettiva. È un’occasione unica per conoscere una Toscana genuina, dove il teatro non è solo spettacolo, ma memoria condivisa.
Il Maggio drammatico affonda le sue radici nell’Ottocento, quando nei paesi dell’Appennino tosco-emiliano e in Garfagnana si diffusero forme di narrazione in musica ispirate ai poemi cavallereschi e alle vite dei santi. Da allora, questa tradizione si è tramandata oralmente, conservando una lingua poetica e musicale che ancora oggi stupisce per la sua forza evocativa.
Le rappresentazioni si svolgono all’aperto, in prati o radure, dove il pubblico si dispone in cerchio intorno agli interpreti. Il suggeritore guida le entrate e i versi, mentre gli strumenti scandiscono il ritmo. La scenografia è minima: bastano elmi di cartapesta, mantelli e nastri colorati per evocare battaglie e miracoli.
Il canto segue una metrica precisa – ottonari e settenari in ottave – che crea un flusso musicale coinvolgente. Ogni “maggio” racconta una storia di bene e male, amore e redenzione, ma ciò che conta davvero è il rito collettivo: recitare per e con la propria gente.
Luoghi come Gorfigliano, Gragnanella, Filicaia e Vagli Sopra sono da sempre i custodi di questa arte. Le compagnie locali, spesso familiari, tramandano testi e musiche con passione, costruendo un archivio vivente di poesia orale.
Il valore culturale di questa forma teatrale è riconosciuto anche da studi accademici, come quelli pubblicati dall’Università di Bologna su antropologiaeteatro.unibo.it, che ne evidenziano il ruolo sociale: il canto come forma di coesione e di identità comunitaria.
Tra le realtà più note spiccano i Maggianti di Gorfigliano, attivi all’aperto nella suggestiva cornice della Segheria / Vecchio Ranch. Qui ogni estate vanno in scena opere di Luigi Casotti “dal Bozzo”, come I Promessi Sposi o Genoveffa di Bramante, accanto a rappresentazioni sacre del ciclo natalizio. Accanto a loro, la Compagnia di Gragnanella-Filicaia-Casatico, documentata fin dagli anni ’90, continua a proporre testi classici come Licia la schiava di Roma, diretta da Piergiorgio Lenzi, maestro di rima e di palcoscenico.
Altri poli attivi sono Vagli Sopra e Roggio, legati al poeta Giuseppe Coltelli, e i Cantori della Garfagnana, che partecipano a eventi e festival regionali. Questo mosaico di gruppi forma una rete di cultura diffusa, sostenuta da enti come il Museo dell’Identità dell’Alta Garfagnana “Olimpio Cammelli” e il Comune di Piazza al Serchio.
Negli ultimi anni si sono sviluppati laboratori didattici e scuole per giovani interpreti, promossi dal Museo Italiano dell’Immaginario Folklorico e dal Canto del Maggio Festival, dove si insegnano dizione, metrica e presenza scenica. Queste iniziative garantiscono il ricambio generazionale e impediscono che il Maggio diventi solo un “reperto da museo”.
Il Giornale di Barga ha più volte raccontato l’energia di questa tradizione, che unisce l’amore per la poesia alla solidarietà di comunità montane orgogliose delle proprie radici.
Il Canto del Maggio Festival 2025 animerà i borghi dell’Alta Garfagnana da aprile a dicembre, con un calendario di spettacoli diffusi pubblicato sul sito cantodelmaggio.org. Tra le date principali:
A completare la stagione, sabato 4 ottobre 2025 si terrà a Gramolazzo il convegno internazionale “Il Canto del Maggio a trent’anni dalla scomparsa di Gastone Venturelli”, con studiosi e compagnie tradizionali.
Gli spettacoli si tengono quasi sempre al pomeriggio, con durata di 2–3 ore. Si consiglia di portare copricapo, acqua, repellente per insetti e una seduta leggera.
Visitare il Maggio drammatico significa vivere un’esperienza culturale autentica: il pubblico partecipa, gli attori rispondono in rima, e la natura diventa scenografia. È un viaggio nell’anima della Toscana, dove arte, musica e memoria si fondono in un’unica voce collettiva.