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Il labirinto del Duomo di Lucca: simbolo tra mito e fede

Un segno di pietra che racconta Lucca, la Via Francigena e l’anima del viaggio

Nel cuore di Lucca, tra le pietre scolpite del Duomo di San Martino, si cela un piccolo enigma che da secoli affascina pellegrini e viaggiatori: il labirinto inciso sul pilastro destro del portico, accanto al campanile. Questo rilievo romanico, del diametro di oltre un metro, è molto più di un dettaglio decorativo. È una traccia di cammino interiore, un invito a leggere nella pietra la storia di chi, come Teseo, ha cercato la via d’uscita dal caos grazie al filo della fede.  
Lucca, da sempre tappa importante della Via Francigena, conserva in questo segno un frammento di spiritualità medievale che dialoga ancora oggi con il viaggiatore moderno. Tra mito greco e simbolismo cristiano, il labirinto diventa ponte tra culture, epoche e credenze, una metafora universale del perdersi e ritrovarsi.

Dal mito di Teseo al cammino del credente: la doppia lettura del labirinto

Il labirinto del Duomo di Lucca nasce da una fusione straordinaria di linguaggi: quello mitologico, legato al racconto di Teseo, Arianna e Dedalo, e quello cristiano, che ne fa una parabola spirituale. Accanto al rilievo, l’iscrizione latina – “Hic quem Creticus edit Daedalus est laberinthus...” – racconta del mitico costruttore cretese e dell’impresa di Teseo salvato dal filo di Arianna. Nel Medioevo, questo episodio fu reinterpretato come simbolo della fede che guida l’anima fuori dal dedalo del peccato.

L’arte romanica lucchese esprime in questa figura una teologia visiva: la forma circolare, con undici spire, rappresenta l’imperfezione umana che tende alla perfezione divina (10 Comandamenti + 12 Apostoli → 11 come “numero della mancanza”). Il cammino monocursale – un solo sentiero senza biforcazioni – traduce l’idea che esiste un’unica via verso la salvezza, percorribile con perseveranza.

Il contesto è altrettanto eloquente: il rilievo si trova all’ingresso della cattedrale, non all’interno. Il pellegrino, prima di varcare la soglia sacra, era invitato a confrontarsi con il proprio labirinto interiore. Il gesto del guardare, leggere, meditare la pietra diveniva rito preparatorio alla liturgia. 
Oggi questo messaggio parla a chiunque cerchi nel viaggio un momento di introspezione. Visitare il Duomo non significa solo ammirare un capolavoro d’arte, ma rivivere un dialogo tra mito e fede, tra corpo in cammino e spirito in cerca di luce.

Il pellegrino e la soglia: Lucca lungo la Via Francigena

Nel Medioevo, Lucca era una delle tappe più importanti della Via Francigena, l’itinerario che collegava Canterbury a Roma. Migliaia di pellegrini giungevano qui per venerare il Volto Santo, una statua lignea del Cristo crocifisso divenuta simbolo di devozione europea. Proprio di fronte a questa reliquia, il labirinto accoglieva chi arrivava stanco dal viaggio, offrendo una catechesi in pietra.

Il rito del pellegrino iniziava con uno sguardo: osservare la spirale significava meditare sulla propria vita. Ogni curva, ogni ritorno, rappresentava le prove e le deviazioni del cammino umano. Chi giungeva fino al centro scopriva che la meta non è la fine, ma una rinascita interiore.

Ancora oggi, il percorso della Via Francigena dentro Lucca invita a ripercorrere questi passi. Dalla Porta San Donato si entra nelle mura, si attraversano le strade medievali fino a Piazza San Martino, dove il labirinto attende silenzioso. Da qui è possibile continuare a piedi verso San Michele in Foro, la Basilica di San Frediano e il tratto cittadino della Via Francigena, esperienza suggestiva da vivere con lentezza e consapevolezza.

Il Comune di Lucca, valorizza oggi questi luoghi con percorsi guidati, mappe e visite tematiche. L’antico cammino, un tempo atto di fede, diventa così un itinerario culturale europeo riconosciuto dal Consiglio d’Europa, capace di unire turismo sostenibile, arte e spiritualità.

Come visitare il labirinto oggi: esperienza tra arte, silenzio e luce

Visitare il labirinto del Duomo di San Martino è un’esperienza che richiede tempo e attenzione. Il rilievo si trova sotto il portico, sul pilastro destro accanto al campanile, visibile ad altezza d’uomo. È consigliabile arrivare al mattino presto, quando la luce radente mette in risalto le incisioni e il contrasto tra i pieni e i vuoti.

Il Museo della Cattedrale propone visite guidate che includono anche la Cappella del Volto Santo e l’antico tesoro, mentre gli itinerari della Via Francigena toscana consentono di inserire la tappa di Lucca in un viaggio più ampio, da Pontremoli a Siena.  
Osservando il labirinto da vicino si notano le tracce del tempo: il centro consunto, le lettere gotiche, la pietra usurata dalle mani dei visitatori. Ogni segno racconta un passaggio, un contatto, una preghiera silenziosa.  
Interpretarlo significa comprendere che il cammino non è mai lineare: ogni svolta rappresenta una possibilità di cambiamento. L’arte romanica, in questo senso, insegna più di un trattato di teologia.

Oggi il labirinto è anche un luogo d’incontro simbolico tra credenti, storici dell’arte e viaggiatori “slow”. Unisce dimensione spirituale e curiosità culturale, offrendo una delle esperienze più autentiche che la Toscana possa regalare.

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