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Cantucci di Prato: il dolce simbolo della Toscana

Un viaggio tra storia, profumi e tradizione nel cuore della Toscana

Croccanti, dorati e profumati di mandorle, i Cantucci di Prato sono tra i dolci tipici toscani più amati e riconoscibili al mondo. Nati nella città laniera a pochi chilometri da Firenze, questi biscotti secchi rappresentano un’autentica icona dell’arte dolciaria italiana. Il loro profumo di mandorle tostate e la classica doppia cottura li rendono unici, ma ciò che davvero affascina è il rituale dell’inzuppo nel Vin Santo, un gesto conviviale che racconta l’anima autentica della Toscana. Visitando Prato potrai entrare nel cuore di questa tradizione, tra botteghe storiche, musei e pasticcerie dove il tempo sembra essersi fermato. In questa guida scoprirai le origini dei Biscotti di Prato, le differenze con i Cantuccini Toscani IGP, la ricetta originale “alla Mattei” e i migliori luoghi dove degustarli, per vivere un’esperienza sensoriale che unisce gusto, cultura e territorio.

Origini e segreti dei Cantucci di Prato: dalle botteghe storiche al simbolo IGP

La storia dei Cantucci di Prato affonda le sue radici nel XIX secolo, quando il pasticcere Antonio Mattei aprì la sua bottega nel 1858 in via Ricasoli. Fu lui a codificare la celebre ricetta dei Biscotti di Prato, realizzati con pochi ingredienti – farina, zucchero, uova, mandorle intere e pinoli – ma senza burro, olio o latte. Questo impasto essenziale, cotto due volte per ottenere la caratteristica croccantezza, divenne presto sinonimo di qualità e artigianalità toscana.

Il termine cantuccio deriva dal latino “cantellus”, che significa “angolo” o “pezzo”, e fa riferimento alla forma obliqua delle fette ottenute tagliando il filone ancora caldo. Questa tecnica di biscottatura è alla base della loro lunga conservabilità: un vantaggio pratico che nei secoli li ha resi perfetti compagni di viaggio e dono prezioso.

Con il tempo, il successo dei Cantucci si è diffuso oltre i confini regionali fino a diventare ambasciatori del gusto toscano nel mondo. Dal 2016, la denominazione “Cantuccini Toscani / Cantucci Toscani” è tutelata dall’Indicazione Geografica Protetta (IGP). Il disciplinare ufficiale stabilisce ingredienti, percentuali e processi: mandorle intere non pelate almeno al 20% del prodotto finito, miele millefiori minimo 0,5% e piccola quantità di burro fino all’1,5%. Tutte le fasi devono avvenire in Toscana, garantendo l’autenticità territoriale.

Oggi, visitando il Biscottificio Antonio Mattei, potrai scoprire la storia del celebre sacchetto blu, simbolo del dolce pratese esportato in tutto il mondo. Nel cuore di Prato, l’aroma dei biscotti appena sfornati è un invito irresistibile a conoscere la città attraverso il suo profumo più iconico.

La ricetta dei Biscotti di Prato e i consigli per un forno perfetto

Realizzare i Cantucci di Prato in casa è semplice, ma richiede attenzione e rispetto della tradizione. Il segreto è la doppia cottura: una prima per cuocere i filoni e una seconda per asciugare le fette e ottenere quella friabilità che “scrocchia” al morso.

Per due teglie di biscotti occorrono: 500 g di farina 00, 300 g di zucchero, 3 uova grandi (più un tuorlo per spennellare), 250 g di mandorle intere non pelate, 40 g di pinoli (facoltativi ma tipici “alla pratese”) e un pizzico di sale. Il procedimento prevede di montare uova e zucchero, aggiungere farina e sale, quindi incorporare le mandorle e formare filoni larghi 4–5 cm. Dopo 25 minuti a 175 °C, si taglia il filone caldo in diagonale e si procede alla seconda cottura a 150 °C per 12–14 minuti.

Chi preferisce una consistenza più fondente può seguire la versione IGP-style, con l’aggiunta di una piccola quantità di burro e miele. Questo rende i biscotti più morbidi ma sempre fragranti, ideali per chi ama un gusto più rotondo.

Tra i consigli pratici, tosta sempre le mandorle prima di unirle all’impasto: sprigionano un aroma intenso e donano una nota tostata irresistibile. Conserva i biscotti in una latta ermetica: dureranno settimane, pronti per essere immersi in un calice di Vin Santo del Chianti, il compagno naturale del cantuccio.

Dove gustare i Cantucci di Prato e vivere l’esperienza del Vin Santo

Il modo migliore per conoscere Prato è assaggiare i suoi Cantucci nel luogo in cui nascono. Lo storico Biscottificio Antonio Mattei organizza visite con degustazione nel laboratorio di via Bettino Ricasoli, ogni sabato mattina (gennaio–giugno) su prenotazione. È possibile ammirare la preparazione, il taglio e la cottura dei biscotti, terminando con un assaggio accompagnato dal celebre Vin Santo del Chianti Classico.

A pochi passi, il Museo Bottega Mattei racconta l’evoluzione del packaging, degli strumenti e della storia del “sacchetto blu”, offrendo degustazioni guidate in più lingue.

Chi desidera un itinerario di gusto può proseguire verso Firenze e le colline del Chianti, dove numerose enoteche e agriturismi offrono l’abbinamento Cantucci e Vin Santo, simbolo di convivialità toscana. 

Il consiglio finale? Acquista un sacchetto di cantucci artigianali da portare a casa: è il modo migliore per conservare il sapore della Toscana, tra storia, tradizione e dolcezza autentica.

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