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Acquacotta toscana: la zuppa contadina della Maremma

Maremma da assaporare: una zuppa che racconta la Toscana autentica

Scegliere la Toscana per una vacanza significa entrare in contatto con un mondo di sapori, colori e tradizioni che si tramandano da secoli. Tra i piatti che più rappresentano l’anima di questa regione c’è l’acquacotta maremmana, una zuppa semplice e profonda che nasce dalla cultura contadina e dal lavoro dei butteri e dei pastori. Il suo nome, “acqua cotta”, racchiude una filosofia di vita basata sulla sostenibilità e sul riuso: pochi ingredienti, nessuno spreco, tanto sapore. Assaggiare questa pietanza significa scoprire la Maremma nei suoi aspetti più autentici: i borghi di tufo come Pitigliano e Sovana, le colline dell’Albegna, il Parco della Maremma e la costa dell’Argentario. Oggi, l’acquacotta è protagonista nei menù degli agriturismi e delle trattorie tipiche, un piatto che sa di storia, identità e natura.

Origini e tradizione: la “cucina povera” che diventa patrimonio del gusto

L’acquacotta nasce nella Maremma grossetana, una terra un tempo selvaggia, dove la vita era dura e il cibo doveva essere semplice ma nutriente. I butteri, i carbonai e i boscaioli cucinavano con ciò che avevano: cipolle, sedano, pane raffermo, un filo d’olio e un pizzico di sale. Il risultato era una zuppa calda, confortante, simbolo di una cucina capace di valorizzare le risorse del territorio
Con il passare dei secoli, questo piatto ha mantenuto intatta la sua anima originaria, trasformandosi in una ricetta “povera” ma ricca di gusto. La tradizione vuole che ogni famiglia ne possieda una propria versione, tramandata di generazione in generazione. 
Oggi, l’acquacotta rappresenta un perfetto esempio di gastronomia sostenibile, perché utilizza ingredienti locali e pane toscano “sciocco” (senza sale), uno dei simboli più antichi della regione. 
Nella versione classica troviamo cipolla, sedano, carota e pomodoro, con l’aggiunta di un uovo affogato e del Pecorino Toscano DOP grattugiato al momento. Questo formaggio, prodotto con latte di pecore allevate in Toscana, regala alla zuppa il suo sapore deciso e armonico. 
L’acquacotta è quindi molto più di un piatto: è una testimonianza culturale, un racconto di transumanza e ingegno contadino. Secondo iTaccuini Gastrosofici, questa zuppa nasce come pasto da campo, preparata con verdure spontanee raccolte lungo il cammino e pane portato da casa. 
Ancora oggi, in Maremma, si celebra come simbolo di ospitalità e appartenenza: un piatto che unisce passato e presente, gusto e memoria.

Ingredienti e preparazione: la ricetta maremmana passo dopo passo

Preparare l’acquacotta toscana è un gesto di lentezza e consapevolezza. Bastano pochi ingredienti ma la cura nella cottura fa la differenza. 
Per 4 persone servono: pane toscano raffermo (tostato), cipolle, sedano, carota, pomodori maturi o pelati, uova, olio extravergine d’oliva toscano, Pecorino Toscano DOP e un po’ d’acqua o brodo leggero. 
Si inizia con un soffritto dolce: cipolla, sedano e carota devono stufare lentamente nell’olio finché diventano traslucide. Si aggiunge il pomodoro e si lascia cuocere per circa 40 minuti a fuoco basso, fino a ottenere un brodo profumato e corposo. Il pane tostato viene disposto sul fondo della scodella, sopra si versa la zuppa bollente e, infine, si aggiunge l’uovo affogato e il Pecorino. 
La cottura lenta è essenziale per amalgamare i sapori e conferire alla zuppa quella morbidezza caratteristica. 
Ogni stagione regala la sua variante: in autunno con cavolo nero o funghi, in primavera con erbette e basilico, in estate con pomodori freschi e verdure di campo. 
Molte trattorie della Maremma, come quelle nei borghi del tufo o lungo la Costa d’Argento, propongono versioni personali, ma sempre rispettose della tradizione contadina. 
L’acquacotta è dunque una ricetta versatile e autentica, perfetta per chi ama la cucina toscana semplice e il gusto genuino delle cose fatte con calma.

Dove gustarla in viaggio: borghi, natura e tradizioni maremmane

Vivere l’esperienza dell’acquacotta significa anche immergersi nel territorio che l’ha generata. 
Nella Maremma toscana, tra le colline dell’Albegna e il Monte Amiata, è possibile seguire itinerari gastronomici che uniscono arte, natura e buona tavola. Nei borghi di Pitigliano, Sovana e Sorano, le osterie la servono come “piatto del giorno” nelle stagioni fresche, accompagnata da un bicchiere di Morellino di Scansano DOCG
Nel Parco della Maremma, dopo una camminata tra pinete e spiagge selvagge, fermarsi in agriturismo per gustare una scodella di acquacotta con uovo e Pecorino è un’esperienza che racchiude l’essenza della Toscana rurale
Anche l’Amiata offre itinerari dedicati al cibo contadino: qui si racconta ancora la storia del “maremmare”, il viaggio stagionale dei pastori verso la costa, durante il quale il pane portato da casa diventava la base perfetta per la zuppa.
L’acquacotta è infine protagonista di sagre e festival locali, come quelli di Santa Fiora o Manciano, dove si celebra la cucina povera d’autore con degustazioni e racconti popolari. 
Per i viaggiatori enogastronomici, è un piatto che insegna la valenza del territorio nel piatto, l’arte del riuso e l’importanza della stagionalità. In ogni cucchiaio si ritrovano il profumo dell’olio buono, il sapore del pane cotto a legna e la generosità della terra maremmana.

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